La bottega di Gabriele Fantozzi a Bolgheri è un delizioso scrigno d’arte, un laboratorio di idee trasformate in terracotta che incuriosisce chiunque si trovi a passarci accanto. E sono in tanti ogni giorno ad ammirare e fotografare le sue originali sculture, perché Bolgheri, antico feudo dei conti della Gherardesca nel cuore della Maremma Livornese, è un borgo tanto piccolo quanto rinomato: per il meraviglioso scenario naturale nel quale è immerso, per l’ottimo vino della zona, per il suo antico Castello, per essere stato il luogo della fanciullezza di Carducci. E non ultimo per lo spettacolare viale alberato che termina con la porta d’ingresso al paese: 5 km di secolari cipressi – citati da Carducci nell’ode “Davanti San Guido” – “che a Bolgheri alti e schietti van da San Guido in duplice filar.”
Alba nel Serengeti
Festival d’Avignone: il festival internazionale del teatro a luglio
In Provenza, per quasi tutto il mese di luglio, va di scena il Festival di Avignone, e la città dei Papi si trasforma in un immenso teatro. Grandi classici, commedie musicali, concerti, esibizioni di clown e giocolieri, ed ogni genere di spettacolo viene rappresentato dalla tarda mattinata fino a notte inoltrata. Dove? Ma dappertutto! Non solo i teatri, ma anche corti, piazze e locali avignonesi si trasformano in palcoscenici su cui si alternano artisti e compagnie teatrali, molti provengono dalla Francia, ma non soltanto.
Quella strana statua a Bruxelles: Vaartkapoen di Tom Frantzen
Tra le statue più strane che abbia mai visto, metterei sicuramente sul podio l’irriverente ‘canaglia del canale’, o per dirla in olandese il “Vaartkapoen” di Bruxelles. Lo si incontra passeggiando lungo il canale in piazza Sainctelette, mentre, sbucato da un tombino, fa inciampare un poliziotto afferrandolo per una gamba. Davvero un brutto tiro, che ha il sapore di un’irresistibile gag comica che stupisce e diverte.
Genova, anime al crepuscolo
“Questa foto l’ho scattata in un pomeriggio di dicembre, era freddo e come sempre soffiava quel vento tagliente che a Genova ti accompagna per tutto l’inverno.
Ero sull’isola delle chiatte, un molo galleggiante che da levante si estende fino quasi al centro del porto genovese. Percorrendolo ci si lascia alle spalle la città riqualificata, turistica, e si viene proiettati verso la sua anima originaria e ruvida, quella mercantile svelata dalle gru e rievocata dalla lanterna all’orizzonte.
Sulle chiatte non ero da solo, ero con un amico genovese, con un po’ il classico carattere da genovese. Eravamo arrivati lì che c’era ancora molta luce, ma il nostro obiettivo era di fotografare le luci del porto, quindi ci sedemmo per un po’ ad aspettare il buio.
Mentre aspettavamo seduti, verso il crepuscolo, un colpo d’occhio: il mare denso, la lanterna illuminata, le sagome del porto, la silouette di un uomo sulla barca. Decisi di scattare. Mentre mi mettevo in posizione un rimorchiatore attraversò la scena da destra verso sinistra increspando l’acqua, il che rese lo scatto più difficile del previsto dal momento che le chiatte iniziarono a sobbalzare mosse dalla scia del motore, e il risultato sarebbe stato una foto disastrosamente mossa.
Stavo per rinunciare, sapendo che me ne sarei pentito perchè presto l’uomo sulla barca non ci sarebbe stato più. Allora pensai che se fossi andato a tempo con le onde avrei potuto assecondarle riducendo al minimo il mosso, così feci e scattai un’unica foto, questa.”