Silenzio e solitudine: questo monito scavato nella pietra campeggia all’entrata della Casina delle Civette, nel parco di Villa Torlonia, a Roma. A fare scolpire questo motto sopra la porta d’ingresso fu Giovanni Torlonia, principe misantropo e appassionato di esoterismo. A lui si deve quella serie di trasformazioni che conferirono, verso l’inizio del Novecento, quell’aspetto bizzarro ed eclettico a questo edificio, che sin dal nome sembra uscito da una novella. Tale sensazione si rafforza quando, percorrendo uno dei viali laterali, ce lo ritrovamo di fronte.
Sarà per via di quelle loggette che all’improvviso interrompono i tetti spioventi in ardesia, movimentando la superficie esterna di questa casina e colorandola con coperture in maioliche gialle, verdi e turchesi. O per quel miscuglio di stili, su cui prevalgono il gusto neomedievale e l’art nouveau, con quel loro apparato decorativo così fantasioso. E ancora per quel collage di materiali (pietra, rame, mattoni, legno, marmo), i cui colori lasciati al naturale danno vita a un collage pittorico. Continue reading