Széchenyi Lánchíd, cioè il Ponte della Catene a Budapest, è il più famoso degli otto ponti che collegano le sponde del Danubio su cui sorge la capitale dell’Ungheria. Costruito in pietra e ferro, tale struttura deve il suo nome alle lunghe catene in ferro battuto che collegano le due torri.
Il Ponte delle Catene ebbe un’importanza storica fondamentale, perché nell’anno della sua inaugurazione (1849) fu il primo ponte stabile costruito sul Danubio nella capitale dell’Ungheria. Per tale motivo Széchenyi Lánchíd ha segnato fisicamente l’unione tra Buda e Pest, le due città dalla cui fusione nacque l’odierna capitale ungherese.
Credo che il fascino del Ponte delle Catene sia dovuto anche e soprattutto al fatto che rappresenti un’attrazione turistica, per così dire, anomala. A differenza di un palazzo o di un museo, infatti, un ponte non viene semplicemente visitato, ma si può sperimentarne direttamente la funzionalità pratica.
L’importanza del Ponte delle Catene non è legata soltanto alla funzione e alla storia, ma anche al valore simbolico che ha assunto nel corso del tempo. Mi piace pensare che questo ponte rappresenti un trait d’union non soltanto tra le due zone della città, ma anche tra le diverse anime della capitale ungherese, la cui storia è stata caratterizzata da insediamenti romani, dominazione turca, splendore e caduta dell’impero austro-ungarico, invasione nazista e dittatura sovietica.
Guest pic di Luca Passoni – slow traveller #10