Cinecittà Si Mostra al pubblico. Sono trascorsi 74 anni da quando questa colossale macchina cinematografica si mise in moto per la prima volta e finalmente, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, apre le sue porte anche ai non addetti ai lavori.
Per i cinefili arrivare in via Tuscolana 1055 a Roma e varcare la soglia di Cinecittà equivale a seguire il bianconiglio nel Paese delle Meraviglie. Dal 1937, qui si fabbricano sogni di celluloide. All’epoca, l’era della multimedialità era ancora lontana, pertanto chi voleva vedere un film doveva andare al cinema. E se, nel corso degli anni, gli studios romani si sono aperti a nuove forme di narrazione, come spot, fiction e documentari, il loro nome resta legato alla settima arte: l’arte del fare film.
Estesa su ben 600.000 metri quadrati, Cinecittà è la Città del Cinema, in ogni suo angolo. Non mi riferisco soltanto ai teatri di posa, alle attrezzerie e ai laboratori. Strade e piazze si possono trasformare all’occasione in set all’aperto per girare scene in esterna. Così, passeggiando per Cinecittà, ci si ritrova nella Grande Mela di metà Ottocento, dove Leonardo Di Caprio e Daniel Day-Lewis sono gangsters di New York.
Uscire da un saloon di Broadway per entrare in una pizzeria di Roma è questione di un attimo, basta fare qualche passo per ritrovarsi in mezzo alla location dove Carlo Verdone ha girato alcune scene del suo ultimo film, Posti in piedi in Paradiso.
E, mentre si va avanti nella visita guidata, siate pronti a rimettere indietro di qualche millennio le lancette del Tempo: benvenuti nella Roma antica! In questo caso, gli allestimenti scenografici realizzati per la serie Rome non sono composti da semplici (si fa per dire) prospetti, ma da interi edifici. Abitazioni, colonne, templi sono decorati con affreschi e statue, e grazie all’uso della vetroresina sembrano fatti ora di marmo, ora di travertino, ora di tufo. Un lavoro durato diversi mesi e che ha richiesto la collaborazione delle sapienti maestranze di Cinecittà. Una fra tutti: la famiglia De Angelis che da varie generazioni contribuisce alla magia di film immortali, da Ben Hur a Gangs of New York, passando per i film di Federico Fellini.
A proposito, vi ricordate La Dolce Vita? Ebbene la via Veneto di Anita Ekberg e del Paparazzo Mastroianni è stata ricostruita nel mitico Teatro 5 di Cinecittà che, con i suoi 80×36 metri, è il più grande teatro di posa d’Europa! L’unico dei 21 teatri di Cinecittà che, per via delle sue considerevoli dimensioni, non sia affiancato ad un altro studio. Acusticamente isolato, questo luogo è dotato di climatizzazione, passarelle e botole impermeabili… l’ideale per strutture scenografiche complesse che richiedono la bravura di molti artisti-artigiani.
E’ proprio a questi maestri dell’illusione cinematografica, i cui volti sono spesso ignoti al grande pubblico, che è dedicata la mostra di Cinecittà. Il viaggio nel dietro le quinte ha inizio nelle sale dedicate all’opera dei costumisti, a volte basta vedere un abito o un oggetto per ricordarsi di personaggi come il Marchese del Grillo dell’Albertone nazionale e la Cleopatra/Liz Taylor. Si prosegue ammirando bozzetti e arredi di scenografie del Paziente Inglese e di altri film, per scoprire successivamente alcune tecniche di montaggio video e suono adottate in fase di post-produzione. Così, si assiste pian piano alle fasi che portano alla nascita di un film, cui fanno da cornice foto di backstage e provini.
Concludo accompagnandovi verso la fine della mostra, dove registi e attori ricordano la loro esperienza negli studios romani; così, anche per il ciak finale di questa visita virtuale, vi lascio con le parole di Federico Fellini, il regista che fece di Cinecittà la sua seconda casa: “L’hanno definita la fabbrica dei sogni: un po’ banale, ma anche vero. È un posto che dovrebbe essere guardato con rispetto, perché al di là di quel recinto di mura ci sono artisti dotati e ispirati che sognano per noi. Per me è il posto ideale, il vuoto cosmico prima del big bang”.
Curiosità: forse non tutti sanno che in questi 74 anni Cinecittà si è fatta in quattro. Oltre agli studios storici di via Tuscolana, cui si arriva facilmente prendendo la metro A e scendendo alla fermata di Cinecittà, ve ne sono altri tre: gli ex Dino Studios a soli 25 km da Roma, gli studi di Papigno in Umbria, dove Benigni ha girato La vita è bella, La tigre e la neve e Pinocchio, e da ultimo gli studi in Marocco.
A questo aggiungete i blacklots, ovvero ampie aree all’aperto usate per riprese in campo aperto. Cinecittà ne ha in tutto 3, tra cui quello nei pressi del lago di Bracciano, il più grande d’Europa con i suoi 1000 ettari.