Vi avevamo lasciati anticipandovi quello che avremmo fatto durante il blog tour #lamiatorino…ebbene, è giunto il momento di tirare le fila del nostro uggioso weekend alla scoperta della prima capitale d’Italia.
Innanzitutto, Torino è stata una piacevolissima scoperta: per la sua eleganza regale, per l’inaspettata copiosità di parchi e aree verdi, per il suo invidiabile patrimonio storico-artistico, ma anche per la sua vivacità culturale, amplificata durante la nostra visita dal Torino Jazz Festival, che ha fatto da colonna sonora alla nostra permanenza in città.
Sono tante le cose che abbiamo scoperto grazie alla nostra preziosa guida torinese Francesco, e tante le leccornie autoctone assaporate. Ma per non rischiare di dilungarmi troppo, ho scelto di raccontarvi #lamiatorino in pillole, suggerendovi alcune cose da fare se siete come me avvezzi ad esplorazioni lente…
#1 – Passeggiare sotto i portici monumentali (se piove, meglio quelli del Re)
Torino ha ben 18 km di strade porticate, un primato che ho avuto il piacere di apprezzare durante il piovoso weekend. Passeggiare sotto queste monumentali arcate consente di ammirare eleganti vetrine e curiosare tra i tavolini degli storici caffè del centro. Tra questi c’è il Caffè Mulassano – sotto i portici di Piazza Castello – dove tra l’altro è stato inventato il tramezzino (così chiamato da D’Annunzio), e dove potete scorgere tanti originali particolari d’epoca, come ad esempio il finto orologio con numeri in sequenza casuale: un curioso meccanismo che serviva a stabilire chi dovesse pagare il conto fra un gruppo di amici (fatevi raccontare dai gestori come funzionava…e funziona tutt’ora!)
Sappiate però che non tutti i portici sono uguali: ad esempio, su Via Po – strada che unisce Piazza Castello con piazza Vittorio Veneto – solo su un lato i portici proseguono anche nell’attraversamento delle vie: ciò permetteva ai reali di giungere fino al fiume senza bagnarsi in caso di pioggia. E noi, vorremmo essere da meno?
Dimenticavo: lungo il vostro percorso porticato incrocerete sicuramente il toro rampante, simbolo di Torino. Nel fare la sua conoscenza, non dimenticate di sfregare i suoi ormai consunti gioielli di famiglia, dicono che porti bene…
#2 – Sedersi nella Real Chiesa di San Lorenzo e puntare il naso verso la cupola
Tra le più belle scoperte fatte a Torino c’è questo particolarissimo gioiello barocco, realizzato nella sua versione attuale dall’architetto-teologo-matematico-astrologo Guarino Guarini (artefice anche di altre bellezze architettoniche della città). La Real Chiesa di San Lorenzo è in Piazza Castello, e sappiate innanzitutto che è senza facciata – dunque al primo colpo d’occhio potreste non accorgervi della sua bellezza.
Ma, entrando, al suo interno potrete ammirare una spettacolare minuzia di dettagli, geometrie, decorazioni. L’intera architettura è basata sul numero 4 (come gli elementi della natura) e sul suo multiplo 8 – ovvero l’ottavo giorno della Creazione, che per l’architetto era quello dedicato all’infinito. Si dice a tal proposito che quella di Guarini sia un’architettura costruita con la luce…niente di più vero: la suggestione di questa chiesa è davvero notevole.
L’elemento più stupefacente è però la cupola, realizzata in modo tale che da qualsiasi punto la guardiate possiate vedere un volto (con sguardo quasi minaccioso) che vi scruta dall’alto…impressionante! Riuscite a vederlo in questa foto?
#3 – Addentare un Pulastr (e magari anche un Pinguino)
Tra le più originali scoperte gastronomiche fatte a Torino c’è M**Bun, lo SlowFastFood eco-sostenibile e a km zero: un posto che non ti aspetti davvero, a pochi passi dalla Stazione di Torino Porta Nuova.
Cosa si può mangiare da M**Bun? Innanzitutto, ottimi panini con carne bovina di pura Razza Piemontese, provenienti dall’allevamento di famiglia dei proprietari – allevatori da tre generazioni – e da aziende agricole limitrofe rigorosamente selezionate in base a standard qualitativi legati all’alimentazione dei manzi; e poi hamburger di pollo – allevati a terra (il Pulastr di cui sopra, davvero buono); ma anche piatti vegetariani (robiole al forno, squisite patate fresche fritte), o la caratteristica carne cruda (che stranamente mi è piaciuta), il tutto in un’atmosfera cordiale, piacevole e molto turinés: i piatti hanno infatti tutti nomi dialettali, lo stesso “mac bun” vuol dire “molto buono”. In alternativa c’è il ciapa lì e porta a cà (take away). Ah, dimenticavo una chicca: da bere troverete anche una certa Mole Cola…100% italiana e uguale alla cugina d’oltreoceano!
E il pinguino…? Fa parte di un’altra storia gastronomica, questa volta partenopeo-torinese, per conoscerla dovrete recarvi in Piazza Carignano: qui troverete la Gelateria Pepino, aperta nel 1884 da un gelataio di origini napoletane, e che nel 1939 ha inventato e brevettato il “Pinguino®”, primo gelato al mondo su stecco ricoperto di cioccolato. Sapevatelo
#4 – Arrivare al cuore della Mole Antonelliana, e fermarsi ad ammirare lo spettacolo dell’immaginario
“Brillino le immagini sul tuo muro bianco! E quando pure ciò non fosse che un’illusione passeggera, tuttavia fa la nostra felicità, quando, come piccoli bambinelli ingenui, restiamo lì davanti rapiti” (scriveva Goethe).
Lo ammetto, il Museo del Cinema è stata tra le cose più emozionanti di #lamiatorino. Questo particolarissimo museo, all’interno della Mole Antonelliana, è stato un vero e proprio tuffo nella storia e tra gli ingranaggi della più spettacolare macchina dell’immaginario.
Il percorso – dalle lanterne magiche fino ai giochi moderni in 3D – è costruito in modo magistrale al fine di destare pura e bambinesca meraviglia in chi è disposto a mollare un po’ il freno della ragione, e ad esplorare le varie sezioni senza avere troppa fretta, per riuscire a cogliere i dettagli di un allestimento espositivo mai banale, raffinato nei raccordi, immaginifico nella sovrapposizione complessiva.
Prima di terminare la visita potrete riassumere in solo sguardo tutta la bellezza di questo museo affacciandovi dal punto più alto dell’Aula del Tempio, al centro della Mole Antonelliana: da lì avrete una visione complessiva della sezione dedicata al culto del cinema, con suggestive scenografie che interpretano alcuni grandi temi e generi della settima arte. Il colpo d’occhio è spettacolare, inaspettato, emozionante (ovviamente se siete amanti del cinema, non dei cine-panettoni).
I più curiosi possono accedere online a un’anticipazione virtuale del Museo.
Sappiate inoltre che con lo stesso biglietto potrete salire in cima alla Mole Antonelliana: l’ascensore attraversa anche l’Aula del Tempio nella sua veloce ascesa, regalandovi un ulteriore sguardo d’insieme sull’esposizione, per poi lasciarvi godere lo spettacolo di Torino dall’alto, di sera particolarmente romantico…
Volevo raccontarvi anche di una gita fuori porta che vale la pena fare se siete a Torino, anche se piove…ma facciamo che continuiamo in un’altra occasione…