“Vista dall’alto, appare posata nel mezzo di un crinale, che unisce due colli in bilico tra due vallate. Diresti che la terra l’offra al cielo come uno scrigno prezioso, a somiglianza di quelle cattedrali che la mano leggera di un santo solleva piamente nei quadri antichi.” (C. Tumiati)
Arrivando in auto a Palaia, piccolo borgo di origine etrusca tra le colline della Valdera (PI), è facile che lo sguardo venga subito attratto dal profilo di una chiesa dal colore caldo e uniforme, che spicca sulla cima di un colle. Si tratta della Pieve di San Martino, poco distante dal centro abitato ma abbastanza isolata da dominare sul paese con la sua dolce imponenza.
La Pieve di Palaia, eretta intorno al 1280, è uno dei più begli esempi di architettura romanico-gotica che abbia visto in Toscana. Essenziale, ammutolisce con la sua bellezza antica, dove pietra e luce sono le uniche protagoniste di una sacralità strutturale e senza tempo, che va oltre l’essere un luogo di culto cristiano.
La sensazione è quella di entrare in una chiesa-tempio, che sebbene non abbia al suo interno un catalogo di affreschi da sfogliare, invita ugualmente alla permanenza, a percorrerne con lo sguardo perimetro e volumi, ad apprezzarne il silenzio.
Da un’iscrizione interna alla Pieve risulta che il suo architetto sia stato Andrea Pisano, lo stesso che a Firenze realizzò nel 1330 la prima porta bronzea del Battistero, e che si occupò con Giotto delle decorazioni scultoree sul campanile del Duomo.
Rimasta chiusa per molti anni, grazie a un restauro durato 3 anni oggi è di nuovo possibile visitare la Pieve di San Martino, rigorosamente gratis – non come certe chiese altolocate che sono una contraddizione in termini (ogni riferimento ad alcune chiese fiorentine è puramente casuale). All’interno troverete sempre anche un quaderno dove lasciare un pensiero, un commento, una preghiera; e ogni seconda domenica del mese (tranne che da novembre a marzo, per il troppo freddo) il parroco di Palaia celebra la messa lì nella Pieve, una buona occasione per apprezzarne anche l’acustica.
Curiosità: studi di matrice esoterica affermano che la Pieve di San Martino, come tutte le chiese romaniche di quel periodo, sia stata costruita su una linea energetica (ley line) che la attraversa in senso longitudinale. Al centro, nel punto di maggior flusso energetico, è stato posto il fonte battesimale. Si dice che le chiese costruite su queste linee energetiche infondano un particolare senso di pace. Provare per credere.