In una giornata di primavera che sembrava inverno, il vento gelido fra le viuzze di Volterra non ci ha distolto dal nostro intento: conoscere il signor Geppo, proprietario dell’Osteria La Pace, e assaggiare i suoi piatti di cui tanto bene si parla in rete.
Entriamo poco prima delle 13, siamo i primi, e in pochi minuti vediamo riempirsi l’intera sala, tra clienti abituali e avventori dell’ultimo minuto. Mentre sfogliamo il menù già pregustando alcuni tipici piatti della cucina volterrana, il signor Geppo si avvicina al tavolo, si accomoda e ci illustra il suo menù ideale: “Vi dico come farei io, poi vedete voi…”. Il tutto non prima di averci raccontato un po’ della sua Osteria, nata nel 1939, e della chef di cui va particolarmente fiero (“Anche se glielo diciamo: ti vogliamo bene come tu fossi una normale!”).
Dunque, nell’ordine, tra l’allegro chiacchiericcio da vera osteria, mangiamo:
Antipasto dell’Oste – uno solo per due, dietro consiglio di Geppo, un colorato piatto che ci viene illustrato prima della degustazione: al centro una coppetta di pappa al pomodoro, intorno foglie di insalata che fanno da letto a salumi locali, formaggio, gustosissime mousse (formaggio e miele, cipolle e mele, peperoni), oltre ad un saporitissimo fegatino di pollo, e poi salsa tonnata…che concerto di sapori!
Per i primi Geppo ci ha lasciato libertà di scelta, e ci ha fatto venire voglia di:
Tagliatelle dell’Osteria alla crema di funghi e lardo di colonnata, davvero buone grazie soprattutto alla meravigliosa consistenza della pasta, freschissima e fatta in casa;
Stracci al maiale di cinta senese e funghi, pesantini (una porzione davvero enorme) ma altrettanto gustosi!
Per il secondo, sempre seguendo i saggi consigli dell’oste, abbiamo invece preso un unico piatto, particolarissimo e a conti fatti l’ideale per concludere il pasto: il Cinghiale in Dolceforte.
Si tratta di una ricetta risalente – pensate un po’ – a Caterina De’ Medici, che evidentemente, scoperta da poco la cioccolata, non seppe resistere ad usarla come condimento per la più tipica selvaggina toscana. Il colore della portata potrebbe trarre in inganno i più scettici, ma in realtà l’accostamento è davvero squisito: la tenera carne di cinghiale è inondata di cioccolato fondente mescolato a pinoli, uvetta…e altri ingredienti magici che non siamo riusciti a identificare. Il boccone ideale in ogni caso comprende anche un pezzetto di fetta d’arancia, che rende il sapore ancora più armonioso.
Insomma, un menù bello peso, come si dice in terra pisana, ideale per giornatine fresche come quella che abbiamo trovato noi. Ma siamo sicuri che Geppo sappia accontentare i suoi clienti in qualsiasi stagione.
P.S. Se ci andate…dite che vi manda Slow Travel: chissà che non vi faccia uno sconticino…
mamma che fame!! non proprio una cucina leggera ma sicuramente gustosissima, ora devo trovare una scusa per andare a volterra
Di scuse ne puoi trovare tante…mi raccomando però prenota prima all’Osteria, non si sa mai
Volterra è da sempre nella mia “travel wish list”. Sono certa che quando finalmente riuscirò ad andarci non mi farò mancare una sosta all’Osteria. Il sig. Geppo e la cuoca promettono bene
Saluti!
Aury