Se il fado è la voce impastata di malinconia e di profumo del Tago di Lisbona, gli azulejos rappresentano il suo volto allegro. Un trionfo di colori che alla luce del sole intessono storie, disegnano arabeschi, danno vita a piante e animali: in questo modo uno degli spettacoli più tipici dell’anima moresca del Portogallo si snoda lungo le vie della città. E non vi è barrio lisbonese dove queste piastrelle di ceramica smaltata non decorino palazzi, chiese, mura di giardini, insinuandosi all’interno di ristoranti, locali, e persino nelle stazioni della metropolitana.
Così tra i vari itinerari che è possibile seguire avventurandosi per Lisbona, ho pensato di proporvi proprio questo alla scoperta dei suoi azulejos: è certamente il percorso più vivace, e credo anche uno tra i meno convenzionali.
Punto di partenza ideale non può che essere il Museo Nacional do Azulejo, ovvero il regno degli azulejos, da quelli quattrocenteschi ai più recenti, tra cui uno che ritrae lo scrittore Fernando Pessoa mentre legge. Ma tra tutte le opere esposte quella che colpisce di più, quantomeno per le dimensioni, è il Grande Panorama di Lisbona… e grande lo è davvero: questa veduta settecentesca di Lisbona misura circa 23 metri di lunghezza!
Non è di minor pregio la sede che ospita il museo, ovvero l’ex convento Madre de Deus. Trionfo del barocco portoghese, la sua chiesa rifulge dell’oro delle cornici e del bianco-azzurro degli azulejos, situati alle pareti. Splendore e fasto che lasciano a bocca aperta.
E se al termine della visita vi è venuta fame, vi consiglio di fare un salto al bar del museo: è interamente decorato da azulejos (non poteva essere diversamente) a tema gastronomico.
All’uscita del museo, percorriamo le strade che tortuose si arrampicano lungo l’Alfama, il quartiere più antico, cuore storico e turistico della città, e luogo panoramico per eccellenza… quasi impossibile non approfittarne per fare foto di Lisbona dall’alto.
Per questo tappa obbligata del cammino che conduce al Castello medievale di Sao Jorge è il Miradouro de Santa Luzia, uno degli splendidi belvedere di questa città dei sette colli. Lo sguardo si perde tra le case sino a tuffarsi nel blu di un fiume così grande che si ha la sensazione di stare davanti al mare.
Ma lo spettacolo da ammirare non è solo quello che si staglia davanti a noi, alle nostre spalle infatti due grandi azulejos istoriati decorano una parete della chiesa. Uno raffigura Terreiro do Paço (l’attuale Praça do Comércio) prima del terremoto del 1755, mentre l’altro pannello mostra i crociati alla riconquista di Lisbona nel 1147.
Dal Miradouro de Santa Luzia prendiamo il mitico tram 28 alla volta del Chiado, il quartiere latino della città. Un consiglio: meglio evitare gli orari di punta, il tram potrebbe essere così affollato da non riuscire a salire.
Visto che, oltre a saziare la vista e la sete di cultura, è importante anche saziare il proprio stomaco, la prossima meta verso cui ci dirigiamo è un ristorante dove ho mangiato bene a Lisbona: si chiama Cervejaria Trindade, ed è la più antica birreria del Portogallo. Ma in questo post non ve la segnalo per la qualità del cibo, ma piuttosto per la bellezza del locale: questo ex monastero è decorato alle pareti da antichi azulejos raffiguranti tra l’altro le stagioni, gli elementi della natura e le allegorie di vari mestieri.
A questo punto il nostro itinerario volge al termine, e per raggiungere l’ultima tappa (anche se molte ce ne sarebbero da vedere) bisogna scendere. Le stazioni della metropolitana si rivelano in diversi casi insospettabili gallerie d’arte sotterranee, in particolar modo la Gare Oriente dove una decina di pittori di fama internazionale si sono confrontati sul tema “Gli Oceani, un’eredità per il futuro“, in occasione dell’esposizione universale del 1998.
Tra tutti, il mio preferito è l’azulejo realizzato dall’artista islandese Errò. Un’esplosione di colori squillanti in pieno stile Pop Art. Una folta schiera di sirene e di supereroi, che sembrano usciti da un fumetto Marvel, affollano il vasto mondo sommerso che ricopre un’intera parete della Gare. Tra tanti personaggi di fantasia, possiamo scorgere un eroe realmente esistito, si tratta del protagonista di tante imprese per mare Vasco de Gama. Sguardo fiero e deciso, l’esploratore portoghese stringe tra le mani il timone, diretto verso chissà quale meta che sa di avventura e profuma di salsedine. Un invito al viaggio che vale la pena seguire, magari partendo alla scoperta di Lisbona… e dei suoi fantastici azulejos!
Post Meraviglioso Chiara!
Davvero completo!
Mi sembra di essere tornata lì!
Un abbraccio!
Grazie Serena! Mi fa molto piacere che ti sia piaciuto.
Scegliere quali tappe suggerire non è stato facile. Sono tantissimi i posti che mi sono piaciuti, anzi, a dire il vero, è l’intera città che mi è piaciuta.
Non vedo l’ora di ritornarci
Um abraço!