“Questa foto l’ho scattata in un pomeriggio di dicembre, era freddo e come sempre soffiava quel vento tagliente che a Genova ti accompagna per tutto l’inverno.
Ero sull’isola delle chiatte, un molo galleggiante che da levante si estende fino quasi al centro del porto genovese. Percorrendolo ci si lascia alle spalle la città riqualificata, turistica, e si viene proiettati verso la sua anima originaria e ruvida, quella mercantile svelata dalle gru e rievocata dalla lanterna all’orizzonte.
Sulle chiatte non ero da solo, ero con un amico genovese, con un po’ il classico carattere da genovese. Eravamo arrivati lì che c’era ancora molta luce, ma il nostro obiettivo era di fotografare le luci del porto, quindi ci sedemmo per un po’ ad aspettare il buio.
Mentre aspettavamo seduti, verso il crepuscolo, un colpo d’occhio: il mare denso, la lanterna illuminata, le sagome del porto, la silouette di un uomo sulla barca. Decisi di scattare. Mentre mi mettevo in posizione un rimorchiatore attraversò la scena da destra verso sinistra increspando l’acqua, il che rese lo scatto più difficile del previsto dal momento che le chiatte iniziarono a sobbalzare mosse dalla scia del motore, e il risultato sarebbe stato una foto disastrosamente mossa.
Stavo per rinunciare, sapendo che me ne sarei pentito perchè presto l’uomo sulla barca non ci sarebbe stato più. Allora pensai che se fossi andato a tempo con le onde avrei potuto assecondarle riducendo al minimo il mosso, così feci e scattai un’unica foto, questa.”
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